BILANCIO. CAPOZZI (M5S): NADEFR FVG, WELFARE DA RINFORZARE

(ACON) Trieste, 20 nov - "Il quadro che emerge dalla NaDefr è quello di una regione che funziona ma che, al tempo stesso, deve affrontare numerose sfide complesse: dal contesto internazionale, fino al ricambio generazionale". Lo evidenzia, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), iniziando le sue valutazioni alla luce della lettura della corposa documentazione legata alla manovra di bilancio più attesa dell'anno che, proprio questa mattina, ha iniziato il suo iter davanti alle singole Commissioni, impegnate nell'analisi delle parti di rispettiva competenza. "La Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale del 2026 - prosegue Capozzi ci offre un quadro ampio e approfondito sullo stato della nostra regione, sulle sue potenzialità e sulle difficoltà che stiamo affrontando. Il primo elemento che emerge è lo stato di crescita, nonostante le tensioni internazionali, le politiche commerciali più aggressive e un'Europa che, per contro, cresce a ritmi invece molto bassi. Il Fvg, tuttavia, ha retto e continua a reggere a questi contraccolpi con un Pil in crescita: +0,5% nel 2025 e +0,7% nel 2026". "Tuttavia, se riprendiamo i dati della Cgia, la nostra è una crescita contratta - aggiungle la pentastellata - che ci colloca in decima posizione nazionale, staccatissimi dal Trentino Alto Adige (nono a quota +5,1% con il Fvg a +1.9%). L'ottimo risultato ottenuto è ascrivibile, in particolare, all'andamento delle costruzioni, del turismo e dell'industria. Settori che hanno potuto beneficiare degli effetti innescati dal Superbonus 110% e dal Pnrr". "Altro elemento significativo - dettaglia ancora che la rappresentante del M5S - è che la nostra regione vive di export e che molti dei settori chiave operano in mercati instabili. Preoccupante è la fragilità demografica con difficoltà nel reperire lavoratori qualificati, incidendo trasversalmente su imprese e servizi sociali". La nota della consigliera sottolinea che "il Pnrr sostiene oggi una parte rilevante degli investimenti pubblici. Tuttavia, a partire dal 2026, quando la spinta del Piano comincerà a diminuire, molti settori come l'edilizia potrebbero rallentare con possibili ripercussioni occupazionali. Il nostro è un territorio fragile, esposto agli effetti del cambiamento climatico e alla crescente frequenza di eventi estremi, come testimoniano i tragici fatti degli ultimi giorni". Viene anche riportata "la questione del lago dei Tre Comuni, dove la centrale idroelettrica di Somplago crea interferenze ecosistemiche. È un esempio che evidenzia come infrastrutture e ambiente debbano essere ripensati alla luce della transizione ecologica, passaggio che ci riporta inevitabilmente alla questione del fiume Tagliamento", rimarca l'esponente delle Opposizioni. "Il documento evidenzia un divario di genere ancora troppo marcato: nella fascia 25-34 anni, infatti, il gap occupazionale tra uomini e donne supera i 16 punti percentuali. È uno dei segnali più chiari - sottolinea Capozzi - delle difficoltà che molte donne incontrano nell'entrare e restare nel mercato del lavoro. Significativo anche l'impatto della maternità: il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli è al 77,4%, contro il 79,9% di quelle senza figli. Pur essendo un valore migliore rispetto la media nazionale, indica che avere un figlio continua a ridurre la partecipazione femminile al lavoro nella fase successiva alla nascita. È perciò necessario rafforzare il welfare". "Infine, emerge chiaramente la fragilità del comparto unico: un sistema in transizione, che soffre ancora di carenze numeriche e di competenze. In questo quadro anche le agognate province rischiano di diventare semplici cattedrali nel deserto. Dobbiamo esserne consapevoli: senza un comparto pubblico efficiente, competente e adeguatamente dimensionato, nessuna politica economica, ambientale, sociale o infrastrutturale potrà risultare davvero efficace", conclude la nota. ACON/COM/mv