TAGLIAMENTO/3. AUDIZIONI IN IV COMM: PER OPPOSIZIONI SOLO CONFUSIONE

(ACON) Trieste, 4 nov - Confusione: è questa la parola che più è stata espressa dai consiglieri regionali delle Opposizioni impegnati nell'intervenire dopo ore di audizioni in IV Commissione sul contenimento delle piene del Tagliamento, tra opere promesse, ritirate, modificate, riproposte, tra interventi di sindaci, direzione della Difesa dell'ambiente, tecnici e Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, secondo un carosello che ha fatto dire pure a Maddalena Spagnolo, della Lega: "Dateci delle indicazioni, almeno a spanne, su come intendete coordinare tutto quanto abbiamo ascoltato e sui tempi di realizzo. Perché abbiamo delle responsabilità verso i nostri cittadini". Per primo, Francesco Martines (Pd) si è detto "preoccupato dall'aver capito che si deve ripartire da zero", che "la strada ancora non l'abbiamo trovata" e che "abbiamo chiesto di sentire i 12 tecnici per avere una minima certezza su come proseguire, ma io oggi non ho sentito nulla di certo, solo un barcamenarsi tra territori rivieraschi piuttosto che di monte. Resto in attesa dello studio che il professore Andrea Rinaldo predisporrà". Rispondendo anche alle domande di Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), Manuela Celotti, Massimiliano Pozzo e Nicola Conficoni (Pd), Marco Putto (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), Serena Pellegrino (Avs), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), Rosaria Capozzi (M5S) e Spagnolo, Rinaldo ha ribadito che, per lui, "non è il momento di agire; 60 anni fa non si era in grado di valutare, come invece si può oggi, quale sarà il possibile evento climatico su cui basare l'intervento per la messa in sicurezza del fiume e dei territori, ovvero per contenere la piena". Sollecitato da Honsell, in seguito ha aggiunto: "Non sarò io a fare lo studio, io solo indicherò chi è in grado di farlo e ho già accennato all'Università di Padova". Ma anche: "Il mio scopo è di evitare il danno maggiore, perché una volta fatto sarà irreparabile per il capitale naturale". Moretuzzo ha per primo accennato alla delibera di Giunta di aprile 2024 sulla traversa laminante di Dignano "che rischiava di essere un passaggio nella direzione sbagliata, ora invece si è accennato a più progetti e tutti fuori alveo". E il collega Putto non si aspettava tre cose: "Che la Regione si facesse parte attiva tra le contrapposizioni dei sindaci, ovvero ne facesse sintesi; che gli aspetti ambientali, caldeggiati un anno fa, sono ora stati affiancati alla salvaguardia della vita umana; che non si vedrà realizzare neppure un'opera entro la corrente legislatura". Per entrambi "la Giunta è stretta tra i conflitti tra Lega e Fratelli d'Italia sulla paternità della regia dell'opera e il desiderio di non inimicarsi i sindaci e i territori trasversalmente contrari ad opere impattanti calate dall'alto". La Celotti si è detta soddisfatta che stavolta, finalmente, si parli anche di capitale naturale del fiume, mentre ha accusato il ritardo nella predisposizione del Docfap da parte della Regione, che ne è il soggetto attuatore, e ha chiesto anche delle modifiche del Piano di gestione del rischio alluvioni (Pgra), della portata del canale Cavrato e se ci siano delle interlocuzioni con la Regione Veneto per le opere che riguardano il basso corso del fiume. Pozzo, che ha accusato "nebbia fitta emersa nel corso della giornata su come Regione e Autorità di bacino intendono proseguire", avrebbe voluto sapere cosa ne pensa ameno Rinaldo delle casse di espansione a Dignano e Varmo, ma la risposta ha rimandato alla necessità di studiare prima l'entità dell'evento contro cui agire. E Conficoni ha aggiunto "critiche alla Giunta Fedriga, che non ha solo colpevolmente disertato le celebrazioni per il sessantesimo anniversario dell'alluvione di Latisana, ma anche speso in ritardo i fondi stanziati dal Centrosinistra per opere utili a limitare il rischio allagamenti". La Spagnolo ha ricordato che, in 60 anni, ogni opera è stata presentata e poi ritirata sempre per avanzate motivazioni scientifiche. Sulla base di quanto affermato da Rinaldo, ovvero che si deve determinare l'evento giusto per decidere come intervenire, allora avrebbe voluto sapere se ci sono le capacità di realizzare un progetto in tempo perché non nasca già superato da un nuovo evento e, dunque, quanto tempo resta valido se è vero che la mutazione climatica non è mai stata così repentina e il rischio idrogeologico così attuale. Capozzi, che ha chiesto che "le conclusioni di Rinaldo siano portate all'attenzione della Commissione e non rese note ai consiglieri da comunicati stampa", ha parlato in termini di "decisioni frammentarie, contraddittorie, improvvisate. Oggi sono tutti per il dibattito pubblico, ma ricordo che la mia mozione, firmata da tutta l'Opposizione, con cui chiedevamo di avviare un reale confronto pubblico, è stata bocciata dalla Maggioranza. L'assessore Scoccimarro aveva poi annunciato che la progettazione della traversa sul ponte di Dignano sarebbe partita entro la fine dell'anno: mi chiedo se esista un progetto in tal senso". Ma Pellegrino, che auspica il superamento di opere che potrebbero snaturare il fiume, riportando promesse ascoltate nel corso delle audizioni sul Tagliamento esattamente di un anno fa si è sentita rispondere dal direttore dell'Autorità di bacino, Michele Ferri, che "a oggi non esiste ancora alcun progetto definito per il fiume", sebbene Ferri abbia anche ricordato che "Docfap e Piano di bacino sono due cose differenti: il primo compete alla Regione, solo il secondo all'Autorità di bacino". Positivo Markus Maurmair (FdI), che ha ripercorso le tappe delle decisioni della Regione del Centrodestra, sino alla mozione 100 approvata dall'Aula, che riporta in primis la sua firma, con cui si è istituito il Comitato di tecnici e si è parlato di Docfap unico per la prima volta, oltre alla messa a disposizione di 400 ettari di terreno agricolo tra Spilimbergo e Pinzano, per poter creare un'area di espansione del fiume. "Facciamo convergere le esigenze di tutti e le preoccupazioni di tutti, consapevolmente", ha chiosato. Da ultimo, Lucia Buna (Lega) ha fatto presente che "la normativa ci avrebbe comunque imposto di fare un documento unico. Inoltre gli elaborati dei tecnici sono arrivati a settembre all'attenzione della direzione Difesa dell'ambiente. Le decisioni devono andare nel senso imposto dalla normativa, ma soprattutto verso sicurezza e rispetto ambientale". La consigliera si è poi informata sul ruolo che la Regione riveste, nella partita del dissesto idrogeologico, rispetto a Governo e Autorità di bacino. 3 - fine ACON/RCM-fc