DONNE. BORDIN A INCONTRO CRPO: CONTRASTARE ANCHE VIOLENZA ECONOMICA

In Italia 4 su 10 non sono titolari uniche di un conto corrente (ACON) Trieste, 4 nov - "Siamo particolarmente soddisfatti dell'intensità e della qualità del lavoro portato avanti dalla Commissione per le Pari opportunità. La sua azione contribuisce a promuovere la riflessione, il confronto e la crescita collettiva, creando le condizioni per un autentico avvicinamento verso l'obiettivo della parità di genere che considero un valore di libertà e di democrazia". È quanto affermato dal presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, intervenendo all'incontro pubblico "Il peso della violenza economica nella vita delle donne", ospitato nella sala Pasolini del palazzo della Regione di Udine e promosso dal Gruppo di lavoro Salute e Politiche sociali della Commissione regionale per le Pari opportunità tra uomo e donna (Crpo Fvg). L'appuntamento ha rappresentato un'importante occasione di confronto tra istituzioni, esperti ed esponenti del mondo sociale, economico e sanitario su una forma di abuso ancora troppo poco visibile ma fortemente limitante per la libertà e l'autonomia delle donne. Nel suo intervento, Bordin ha sottolineato come "il rispetto reciproco rappresenti una delle sfide più attuali della società moderna. Il principio di uguaglianza deve essere un valore concreto e quotidiano, non soltanto un ideale. Il cammino verso la piena parità di genere è ancora lungo e richiede l'impegno di tutti. Servono azioni costanti, riconoscimento del lavoro e del ruolo delle donne in ogni ambito e una cultura condivisa che valorizzi il contributo di ciascuno" ha aggiunto il presidente dell'Aula Fvg, ribadendo la vicinanza del Consiglio regionale alle iniziative volte a promuovere la parità, l'inclusione e il rispetto dei diritti fondamentali. Durante l'incontro sono stati presentati dati e testimonianze che hanno evidenziato quanto la violenza economica sia centrale nei percorsi di dipendenza e isolamento delle vittime. "Il 40,2% delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza ha dichiarato di aver subito anche violenza economica - ha ricordato Immacolata Tomba dell'associazione Goap Onlus di Trieste -. Il 49% delle donne intervistate riferisce di averne subito almeno una volta nella vita, percentuale che sale al 67% tra le separate o divorziate; più di una donna su quattro ha subito decisioni finanziarie prese dal partner senza essere consultata; il 61% segnala un peggioramento della propria condizione economica dopo separazione o divorzio, con difficoltà a trovare un reddito adeguato al sostentamento". La professoressa Roberta Nunin, ordinaria di diritto del Lavoro e coordinatrice del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza dell'Università di Trieste, ha posto l'attenzione sui divari occupazionali e salariali che alimentano la vulnerabilità economica delle donne: "Persistono forti segregazioni verticali e orizzontali, il 45% delle donne ha un contratto part-time e la presenza femminile nei settori trainanti dell'economia è ancora molto ridotta. In Italia, 4 donne su 10 non sono titolari di un conto corrente e, tra quelle che lo sono, oltre il 58% possiede un conto cointestato. È un quadro preoccupante, con ricadute anche sul futuro pensionistico e sulla libertà di scelta individuale". "Le donne più esposte alla violenza economica sono quelle che vivono in condizioni di povertà, marginalità o appartenenza a gruppi vulnerabili, come migranti e donne con disabilità" ha ricordato Lucia Beltrami, psicologa e psicoteraputa Asufc, mentre Maddalena Ferri, referente per l'educazione finanziaria della Banca d'Italia e Monica Damian, consulente patrimoniale, hanno evidenziato "l'importanza di promuovere la cultura finanziaria come strumento di prevenzione e autonomia, in grado di ridurre le situazioni di dipendenza e vulnerabilità". "Il tema della violenza economica è ancora poco riconosciuto ma sempre più rilevante - ha dichiarato la presidente della Crpo, Dusy Marcolin -. Troppo spesso, nelle famiglie si nascondono forme di non indipendenza economica che portano a una dipendenza totale dal capofamiglia. L'autonomia economica è la base per la libertà di scelta: per questo è fondamentale fare rete e collaborare per affrontare fenomeni che indeboliscono non solo le donne, ma l'intera comunità". ACON/SM-red