(ACON) Trieste, 22 ott - "La narrazione di una Regione ferma,
in crisi e a fondo classifica, come quella proposta
dall'Osservatorio socioeconomico promosso da Rilancia-Friuli, non
è supportata da dati ufficiali e rischia di trasmettere
un'immagine distorta e demotivante del contesto economico e
sociale del Friuli Venezia Giulia". Lo sostiene in una nota il
consigliere regionale Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga
presidente, ritenendo una recente lettura del trend economico e
occupazionale proposta da Rilancia-Friuli "parziale e non
supportata da indicatori istituzionali".
"Al contrario - ricorda Di Bert - il Rendiconto sociale regionale
2024, presentato nei giorni scorsi a Trieste dall'Inps,
restituisce un'immagine ben diversa del contesto economico e
lavorativo del Friuli Venezia Giulia, con un'occupazione solida,
strumenti di welfare efficaci e una crescita stabile del Pil
regionale, nonostante il contesto macroeconomico europeo non
privo di incertezze".
"Nel 2024 - riporta l'esponente di Maggioranza - la Regione ha
registrato un saldo occupazionale positivo con +6.803 occupati e
un tasso di occupazione pari al 69,8%, ben superiore alla media
nazionale che si ferma al 62,2%. Anche il tasso di disoccupazione
(4,3%) è decisamente migliore della media nazionale pari al 6,5%
e in tutte le fasce d'età il tasso di occupazione regionale
supera quello medio nazionale. Anche il tasso di inattività (27%)
e la presenza di giovani che non stanno né studiano né lavorando
(10,6%) sono inferiori alla media italiana, a conferma di un
mercato del lavoro che, pur con le sue complessità, continua a
generare opportunità".
"Certo nessuno vuole nascondere la testa sotto la sabbia -
conclude Di Bert - e riconosco che la vera sfida anche per il
Friuli Venezia Giulia è l'andamento demografico: si riducono le
nascite, aumentano gli over 65 e cresce l'età media degli
occupati. Registriamo una popolazione dalla longevità
significativa, a fronte di un calo degli under 30. Tuttavia,
riconoscere queste sfide non equivale a diagnosticare una
stagnazione, bensì a individuare le priorità di intervento, per
uno sviluppo sostenibile e inclusivo".
ACON/COM/rcm