Pordenone, 8 gen - "La vaccinazione resta una priorità
soprattutto in un momento complesso come l'attuale con un
raddoppio delle persone da prendere in carico e un sistema che
sconta 24 mesi di fatica alle spalle. Dobbiamo riuscire a tenere
alta la distanza fra la domanda ospedaliera e la circolazione
dell'infezione che presenta livelli come non si erano mai visti
prima. La risposta, quindi, è garantita dalla vaccinazione e
dobbiamo spingere l'acceleratore sulla terza dose".
Lo ha detto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con
delega alla Salute, Riccardo Riccardi, oggi nella sede
dell'Azienda sanitaria Friuli occidentale (Asfo) a Pordenone dove
si è fatto il punto sul piano vaccinale ma anche sulla situazione
epidemiologica particolarmente critica in questa fase.
Riccardi ha ricordato che ad oggi sono circa 860.000 le persone
che potrebbero vaccinarsi in terza dose ma si registrano
prenotazioni per meno di 600.000 con 270.000 persone che restano
ancora quindi fuori dalla partita. "Scontiamo un ritardo nelle
prenotazioni se pur vi sia ampia disponibilità nelle agende delle
Aziende sanitarie. Ci stiamo organizzando per somministrare più
di 300.000 vaccinazioni al mese ovvero fra 80.000 e 100.000 dosi
a settimana ma a questo sforzo deve corrispondere una richiesta
che ad oggi scarseggia".
Da qui l'appello del vicegovernatore ai cittadini affinché
proseguano anche con la terza dose che protegge
dall'ospedalizzazione.
"Con un fenomeno epidemiologico che oggi presenta una dimensione
rilevante che ne determina il riorientamento del modello
organizzativo e un tracciamento tecnicamente impossibile, nel
migliore dei casi la presa in carico di un positivo richiede una
stima al ribasso di 20 minuti, il vaccino rappresenta l'unica
risposta per mantenere la distanza fra andamento del contagio e
tenuta ospedaliera" ha rimarcato il vicegovernatore.
Sul nodo della scuola Riccardi ha specificato come le persone più
giovani hanno un livello di contagio maggiore e se pur con
sintomi lievi o asintomatici sono un veicolo di circolazione del
virus quindi è necessario capire quale sarà l'effetto
dell'apertura delle scuole.
Sull'obbligo vaccinale per gli over 50, Riccardi ha espresso la
convinzione che "i 100 euro di multa non sono la sanzione
adeguata per incentivare l'immunizzazione".
Anche nella fascia 5-11 anni la domanda di vaccinazione è bassa:
sono 66.000 i potenziali bambini da vaccinare ma si registrano
prenotazioni per 10.000.
Riccardi ha espresso poi preoccupazione per alcune categorie
quali quelle del personale sanitario, compresi gli assimilati, e
l'intero sistema educativo dove mancano all'appello vaccinale
ancora migliaia di persone: "è un fenomeno rilevante anche per
l'impatto che ha dal punto di vista culturale".
Nel ricordare come il pordenonese presenta la più ampia
percentuale di variante Omicron sul territorio regionale dovuta
probabilmente all'alta mobilità delle persone anche tra territori
confinanti in cui l'infezione è elevata, Riccardi ha ricordato i
circa 2 milioni e mezzo di somministrazioni in un anno di cui la
terza dose, solo a dicembre, ha chiuso con 300mila in
sovrapposizione con una sorveglianza sanitaria quotidiana
importante.
Così come, si è interrogato Riccardo, se l'infezione fosse in una
pre-fase endemica, sarebbero necessarie la rivisitazione delle
regole di convivenza con il virus: "fino a qualche settimana fa -
ha indicato Riccardi - con una terza dose o una seconda dose a
meno di 120 giorni e con un contatto stretto con un positivo era
prevista 1 settimana di quarantena oggi per questi casi la
quarantena non si fa; questo consente di alleggerire il peso sui
dipartimenti di prevenzione e dà maggiore libertà ai cittadini".
Nel corso della conferenza stampa il direttore generale di Asfo
Joseph Polimeni ha fotografato i cambiamenti del quadro
epidemiologico sull'area del pordenonese confrontando i dati dei
nuovi positivi: il 4 gennaio del 2021 si contavano 319 nuovi casi
saliti quest'anno a 1.200.
I numeri sulla gestione della presa in carico dal Dipartimento
di prevenzione di Asfo mostrano dati importanti: 8.963 persone in
carico oggi, 1.200 telefonate al giorno con un aumento del numero
dei tamponi molecolari (550 in media quotidiana in drive-in) e 50
operatori sanitari e amministrativi dedicati.
La strategia messa in campo per far fronte alla situazione
prevede l'aumento delle aperture delle sedi vaccinali,
l'istituzione degli hub solo nei grandi centri, la collaborazione
forte con i medici di medicina generale, l'utilizzo del privato
accreditato e le partnership con gli operatori privati.
Al 3 gennaio in Asfo i vaccinati dai 12 anni in avanti con almeno
una dose si attestavano al 79,7%, quelli a ciclo completo erano
il 74,9%, mentre la somma dei vaccinati con almeno una dose e i
guariti sale a 80,8%.
La fascia in sofferenza, come per il resto d'Italia, è quella fra
i 30-40.
Dal 15 gennaio è previsto un rafforzamento dell'attività
vaccinale con aumento delle giornate di apertura dei centri
vaccinali oltre all'organizzazione dei vaccination day presso gli
ambulatori dei medici di medicina generale.
Verranno, inoltre, incrementate le somministrazioni delle dosi
booster fino a 27.800 a settimana ampliando le giornate di
apertura nelle diverse sedi (Real Asco, Cittadella della Salute,
Maniago, San Vito, Sacile, Spilimbergo, privati).
Per quanto concerne il piano vaccinale della fascia 5-11 anni
sono previsti incrementi dedicati delle giornate d'apertura nei
centri vaccinali, per la terza dose, con previsione di 500
inoculazioni a settimana nella Cittadella della salute, 250 a
Maniago e 250 a San Vito. Dal 17 gennaio è previsto il
coinvolgimento dei pediatri di libera scelta per la vaccinazione
presso i propri ambulatori.
ARC/LP/ep