Trieste, 21 giu - "Oggi celebriamo anniversario dell'immane
tragedia che è stata la campagna di Russia, proprio domani
infatti saranno passati 80 anni dall'Operazione Barbarossa, nella
quale persero la vita anche centinaia di giovani giuliani,
istriani e dalmati e il quarantesimo anno dalla posa del cippo
che ricorda il loro sacrificio ai posteri. Dobbiamo ricordare il
valore di quelle persone che diedero tutto per la patria, ma
anche l'insensatezza di quella campagna militare e di quella
guerra che insanguinò tutto il mondo e devastò l'Europa e
l'Italia. Ricordare quanto accaduto ci è utile da una parte per
non ripetere gli errori del passato e dall'altra per tramandare
una serie di valori importanti come lo spirito di servizio".
Lo ha dichiarato l'assessore regionale alla Sicurezza e Autonomie
locali, Pierpaolo Roberti, durante la cerimonia per il 40°
Anniversario della posa del Cippo in memoria dei militari
Giuliani, Istriani e Dalmati caduti e dispersi sul fronte russo
nella Seconda Guerra Mondiale, organizzata dall'Unione nazionale
italiana reduci di Russia. Alla base del monumento, che si trova
sul Colle di San Giusto all'inizio della scalinata del Monumento
ai Caduti di Trieste, è stata deposta una corona d'alloro a
ricordo dei giovani caduti e dispersi nella tragica campagna di
Russia.
Roberti ha sottolineato che "l'emergenza del Covid ci ha
ricordato l'importanza di mettersi al servizio degli altri,
perché la battaglia contro il Covid-19 si può vincere solamente
ragionando come una comunità e superando ragionamenti egoistici
per il bene collettivo. Molti dei giovani che partirono per il
fronte russo arrivarono a sacrificare la cosa più preziosa,
ovvero la vita, per la patria. Oggi le sfide che ci attendono,
per fortuna, sono ben diverse ma richiedono comunque un grande
impegno per far ripartire il nostro Paese dopo la pandemia come
avvenne al termine della Seconda guerra mondiale".
Nel proprio intervento il presidente dell'Unirr "Giuliana" di
Trieste e Gorizia, Danilo Grattoni, dopo aver ricordato l'entità
della tragedia legata alla Campagna di Russia e la figura
dell'ultimo triestino reduce di Russia il capitano Guido Placido,
mancato lo scorso 5 giugno, ha rimarcato che "la memoria va
tramandata perché dimenticare vuol dire perdere un grande
insegnamento e un grande esempio, perdere una parte della nostra
storia, della nostra identità e delle nostre radici. Mantenere
viva la memoria significa anche raccogliere l'eredità che ci ha
resi più forti e liberi".
Alla commemorazione hanno partecipato, tra gli altri, il
vicepresidente nazionale vicario dell'Unirr Giovanni Simoncelli,
il prefetto di Trieste Valerio Valenti, il vicepresidente del
Consiglio regionale Francesco Russo, l'assessore comunale
all'Istruzione di Trieste Angela Brandi e il presidente del
Consiglio comunale Francesco Di Paola Panteca.
ARC/MA/gg